
Non sono anni felici, la guerra cancella tutto e la tristezza di quel periodo trapela anche della produzione di Gianbecchina. In questo disegno viene ripreso il tema classico ei nudi. L’inchiostro scorre e macchia la superficie consegnando all’opera una “nuance” triste e nervosa.

Gianbecchina è rientrato in Sicilia: c’è la guerra. L’approccio con la campagna è più libero e di grande respiro. Riaffiorano nella sua mente i ricordi dei quadri di Cézanne e la sua pittura comincia a profumarsi di caldo sole della sua terra natia.

La natura morta è un soggetto ricorrente nella pittura di Gianbecchina. In melograni la composizione del dipinto appare ancora inquadrata in un certo schematismo nel quale particolare importanza assume l’uso del contorno e della massa cromatica.